venerdì 27 agosto 2010

Spiriti liberi



La notizia è vecchia di due settimane ma mi è rimasta sul gozzo insieme al pranzo di ferragosto, per cui tanto vale ricicciarla fuori così ci mettiamo l'anima in pace e non se ne parla più.

Intanto ammetto di essere un po’ prevenuta: uno che di nome fa Eusebio non so perché, ma d’istinto non mi fa ben sperare sulla sua perspicacia. Se poi al nome da fessacchiotto si aggiunge l’aggravante della militanza nel PDL ce n’è abbastanza per farlo rientrare a pieno titolo, secondo il mio personalissimo metro di giudizio, nella categoria dei “diversamente dotati di facoltà intellettive”.

Detto questo, io c’ero.
Al concerto dei Litfiba, intendo. Non proprio a quello incriminato, ma tanto i discorsi erano più o meno gli stessi.
Ed ho esultato.
Ad ogni invettiva contro il governo, l’opposizione, la mafia, santa romana chiesa, i massoni, io ho esultato e applaudito, insieme ai ragazzi del pubblico.
Proprio quelli di cui tanto si preoccupa il solerte assessore alla cultura e alle politiche giovanili del comune di Palermo.
Che teme, poverino, che le giovani menti possano essere fuorviate e plagiate dall’uomo nero che si professa spirito libero e che si è rotto il cazzo (solo lui?) di Dell’Utri e Papi e compagnia bella (bella? Vabbè, si fa per dire!).

Ora io non mi soffermerei più di tanto sul fatto, ovvio, che è ancora in vigore l’articolo 21 che garantisce a tutti il diritto di esprimere il proprio pensiero nei modi che ritiene opportuno, ivi compresa la musica, per quanto la cosa possa dar fastidio a qualcuno.

Vorrei piuttosto rassicurare il buon Eusebio spiegandogli che buona parte dei ragazzi che va ai concerti applaude e acclama trascinata dalla foga del momento, per qualsiasi stronzata dica il tizio di turno col microfono in mano. Per cui stia pur tranquillo, il nostro assessore, che le parole di Pelù hanno attraversato le testoline dei giovani virgulti giusto il tempo di entrare in un orecchio e uscir dall’altro senza lasciare tracce o residui alcuni: la disponibilità di cervelli lobotomizzati da convertire al sacro culto di Silvio da Arcore è integra!

Poi ci sono quegli altri. Quelli che un’opinione già ce l’avevano prima di varcare il cancello dello stadio. Quelli che erano coscienti dello schifo che c’è la fuori prima ancora che l’uomo nero lanciasse i suoi strali dal palco. Quelli che applaudivano e acclamavano non solo per far caciara, ma anche perché il cazzo, di Dell’Utri e papi e compagnia bella se lo sono rotti per davvero.
E per quelli il buon Eusebio bisogna che si rassegni. Che ormai è troppo tardi per trasformarli in soldatini amorfi dell’esercito dell’Amore. Hanno il brutto vizio di pensare con la loro testa. Anche se di questi tempi non va molto di moda.

p.s.: questa non vuol essere una difesa a Pierò Pelù, che non mi sta nemmeno tanto simpatico, si atteggia un po’ troppo per i miei gusti. E' solo che ho molta più fiducia nell’intelligenza dei ragazzi di quanta non ne abbia il buon Dalì. Che farebbe bene, lui si, a chiedere scusa ai giovani siciliani per le sue parole.