domenica 6 giugno 2010

Il filo sottile


Dice << Il filo sottile che tiene insieme due persone.>>
<< Quale filo? >> dice lei, come se tornasse a terra da una grande distanza.
<< Il filo di tutto quello che le tiene collegate anche quando sono lontane. Anche quando non si vedono e non si parlano.>>
<< Perchè dici filo? >>
<< Perchè è una cosa molto sottile e molto resistente, no? Che puoi anche non vedere, ed è estensibile quasi senza limiti attraverso la distanza e il tempo e l'affollamento delle altre persone che occupano lo spazio e lo attraversano in ogni direzione.>>
Lei lo guarda. Lui pensa a quello che succede ogni volta che con M. decidono di non sentirsi più e il filo che li collega sembra sul punto di spezzarsi: al senso di vuoto che gli cresce intorno e gli preme sui timpani e gli risucchia l'aria dai polmoni e gli impedisce di stare fermo in un punto.
Dice << Però non è affatto scontato che ci sia, il filo >>.
<< No? >>
<< No. Magari due pensano di essere molto legati, poi appena provano ad allontanarsi scoprono che in realtà stanno benissimo ognuno per conto suo.>>
<< E allora perchè pensavano di essere legati?>>
<< Perchè erano tenuti insieme da una colla di pura abitudine così forte da sembrare una saldatura permanente, ma appena uno dei due prova a staccarsi non c'è nessun filo che lo segua.>>
<< Che triste.>>
<< Si. La maggior parte dei legami sono di questo genere, credo.>>
<< Come fai a sapere che invece il filo c'è?>>
<< Quando provi a romperlo, e ti trovi in caduta libera attraverso il senso delle cose.>>
<< E di cosa è fatto, questo filo?>>
<< Di uno scambio continuo di domande e di risposte. Sguardi, anche solo immaginati. Assonanze e intuizioni e sorprese, curiosità reciproca che non si esaurisce. E similitudini, no? E differenze.>>
Lei fa per dire qualcosa, ma il suo cellulare suona, con la buffa musichetta sincopata che ha scelto tra le tante suonerie possibili. Subito dopo suona quello di lui. Si mettono a parlare tutti e due, ognuno inclinato verso il proprio finestrino per schermarsi dalla voce dell'altro.

(Pura vita – Andrea De Carlo)


Ti è capitato. E più di una volta.
Di “sentire” il filo invisibile tendersi attraverso spazio e tempo. E di percepire distintamente i pensieri, le emozioni, le sensazioni, scorrere su di esso.
Conosci il senso di vuoto che prende quando quel filo ti impongono o ti imponi di spezzarlo. E la frenesia con la quale cerchi di riempire gli spazi vuoti rimasti con parole, risate, gesti convulsi.
Sai fino a che punto può penetrarti nella carne ogni volta che lo tiri cercando delle conferme. E conosci l'ostinata caparbietà con la quale percorri la strada che esso ti indica anche se logica, raziocinio e buoni consigli vorrebbero che camminassi dalla parte opposta.
Poi arrivi ad un certo punto e ti dici che è ora di smetterla con le baggianate. E che i fili invisibili non esistono, sono solo frutto della tua fantasia, una fiaba che ti racconti per dare una pennellata di vernice speciale a cose assolutamente ordinarie come le “abitudini così forti da sembrare saldature permanenti”.
Eppure ti capita ancora. Di fermarti all'improvviso, qualsiasi cosa tu stia facendo, con i sensi in allerta. Di restare sospesa per qualche attimo concentrata su quella sensazione strana che ti prende alle spalle. Di scacciarla, infine, con un sorriso ostinato. Prima che la sensazione diventi qualcosa di tangibile e traducibile in parole.

3 commenti:

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Sensazioni provate e riprovate... Sia quella del filo, sia quella della colla... Credo siano il vero elemento che distingue un rapporto senza sentimenti da uno vero, di quelli da preservare per sempre... Belle parole.

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Ah... Dimenticavo... Il titolo è scelto per via della canzone di Pino Daniele? Beh quella si che è una canzone piena di fili invisibili che legano... no?

Dada ha detto...

non è l'unica, di pino daniele, in cui capita di inciampare e aggrovigliarsi in fili invisibili.
perchè poi mi sia tornata in mente schizzechea al momento di scegliere un nome per il blog, vallo a sapere.
certo è che ha un bel suono.
:)