venerdì 18 giugno 2010

Strategie


Prendi me, per esempio, quand’ero una ragazza pudica che per non dire cazzo diceva in quanto donna quello non ce l'ho.
E ci credevo, a quella storia che non c’è sesso senza amore.
E intanto che mi riempivo la testa di aulici pensieri, mi inebriavo ascoltando quella roba lì.
Cose tipo noiduenelmondoenellanima, sudinoinemmenounanuvola, iolavoroepensoate, trottolinoamorosoedududadada… abbiamo inquadrato il tipo, si?


Poi, perché c’è sempre un poi in agguato, le cose cambiano. 
Chiamala esperienza, maturità, vecchiaia, chiamala tegolate che ti arrivano in serie tra noce e capo di collo,  insomma cominci a vedere le cose in modo diverso. 
A sentirle in modo diverso. A chiamarle in modo diverso.
E intanto che cambi tu, il tuo modo di sentire, parlare, pensare, cambiano pure i tuoi gusti musicali.


E allora, direte voi, che c’è di male?
Nulla. 
Se non fosse che io ho un viziaccio. La musica mi piace ascoltarla al massimo del volume.
E intanto che ascolto canto. Al massimo del volume. 
Che io cerco pure di darmi un freno, un limite, conscia di non possedere grandi doti canore. 
Ma non ce la faccio. È più forte di me. Appena parte il pezzo, parto pure io. È quasi immediato. E non importa se sono a casa, in macchina, in ufficio. Io canto.


E allora, direte voi, che c’è di male?
Nulla. Se non fosse che abito in un piccolo paesino del sud dove ci si conosce tutti. 
E dove la donna, almeno apparentemente, è santa, e certe cose non le dice, non le fa, figuriamoci poi cantarle.
E invece io le canto. 
Intanto che passo lo straccio, con le finestre aperte, io canto. 
Il vero che muore succhiandomi quello che in quanto donna non ce l’ho. A tutto volume. Scopami tra fiori urlanti. Più e più volte al giorno. 
Tanto che la mia vicina, quella santa donna che pure lei se la fa cantando tutto il giorno le tagliatelle di nonna Pina, qualche giorno fa non ha resistito ed è venuta a bussare alla mia porta.


- Scusa se ti disturbo, sai, ma è da un po’ di giorni che ti sento mandare una canzone, volevo sapere di chi è, è parecchio ritmata, mi piace, la voglio ascoltare.


Per un attimo presa dall’entusiasmo di poter condividere la mia musica con qualcuno ho pensato di prestarle il cd. 
Poi mi è scattato il parallelo: la mia timida vicina e gli Afterhours, le tagliatelle di nonna pina e le strategie dell’apnea… 
Da domani, lo giuro,  pulizie a porte chiuse. E se proprio fa troppo caldo, un bel cd di Biagio Antonacci nello stereo e non se ne parla più

3 commenti:

premio petrolio ha detto...

È tutta questione di 'apertura' mentale, 'elasticità' sentimentale… forse la signora è repressa e ascoltare la canzone degli after l'ha risvegliata! Forse, dico forse, suo marito in questi giorni le ha chiesto qualcosa in più… e lei si è sentita ispirata! Macchè… Dada ci ho pensato, vai a recuperarlo di frettaaaaaaaaaaaaa!!!!

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Ahahahah beh certo dalle tagliatelle di nonna Pina a Manuel Agnelli ce ne passa di acqua sotto i ponti... Forse la signora in cuor suo è una piccola iena, ma non ha il coraggio di ammetterlo e si nasconde dietro musica da zecchino d'oro, e poi ti poteva capitare una fan del Piccolo Antony, di Alessio o peggio ancora di Ciro Riggione, dopo che facevi? E tu canta, a squarciagola che il resto conta poco... Biagio Antonacci è duro da digerire, poi va a finire che non mi dormi la notte...

Dada ha detto...

cd recuperato!
biagio cestinato!