lunedì 14 giugno 2010

Voglio l'erba voglio


È che poi, ripensando a certe conversazioni hot con la mia amica Puccy, un po’ mi scoccerebbe sapere di essere stata intercettata.
No, perché è la distanza che ci frega, a me e alla Puccy. Che se abitassimo vicine vicine certe confidenze ce le faremmo sedute sul divano di casa, tra un caffè e una sigaretta. Invece no, stiamo a mille chilometri di distanza, e allora ci tocca parlare al telefono, e ci sono di quelle volte li che… vabbè, soprassediamo.

E quindi lo posso capire, che a quelli gli roda un pochetto che i loro affarucci privati siano stati messi in piazza.
Il punto è, però, che a noi, che già abbiamo i cacchi nostri cui pensare, poco ce ne impipa delle loro puttanate. Si, vabbè, abbiamo fatto tutti dell’ironia sul coso di Berlusconi che sta su a furia di siringhe, o sullo strano modo di curare l’artrosi di Bertolaso. Ma è perché siamo brava gente, preferiamo buttarla sul ridere piuttosto che impugnare un bastone, una mazza di scopa, il tubo dell’aspirapolvere, per andare a suonargliele di santa ragione, a questi stronzi che vendono la nostra pelle per un culo sodo.
E allora niente, se proprio vogliono tutelare la privacy, lo facciano pure un decreto che impedisca di divulgare notizie su chi scopa chi e/o cosa. Ma poi la piantino li. Perché tutto il resto io lo voglio sapere.

Voglio sapere cosa e chi c’è dietro le stragi di Capaci e Via d’Amelio, anche se già una “vaga” idea ce la siamo fatta. Così come voglio sapere se il tizio che mi rappresenta è colluso con la mafia.
Voglio sapere se un bastardo violenta un ragazzino, e lo voglio sapere pure se porta la tonaca.
Li voglio guardare, i coglioni col distintivo che prendono a botte un ragazzo solo perché si trova al momento sbagliato, nel posto sbagliato, col giubbetto del colore sbagliato.
E  voglio guardare ancora  le foto del corpo martoriato di Stefano Cucchi e sentire la rabbia che mi sale dentro al pensiero di come si può morire di botte e di indifferenza nelle strutture dello Stato.
Voglio sapere che cosa gira dietro al nucleare, al ponte sullo stretto, alle forniture agli ospedali.
Voglio che sia documentato e diffuso ogni genere di illecito che danneggi, anche in minima parte, la comunità. E pazienza se rischierò di andare in overdose da informazioni, se la testa mi scoppierà e la mascella mi si serrerà. E’ un problema mio, troverò modo e maniera di filtrare seguendo la mia logica, non quella impostami dall’alto.

E poi voglio esser libera.
Di diffondere, di smentire le smentite.
Ma soprattutto, voglio che siano liberi di fare i loro lavoro magistrati e forze dell’ordine, anche con l’uso delle intercettazioni. E pazienza se, per qualche strambo motivo, in un assolato e noioso pomeriggio di giugno, un carabiniere sonnacchioso all’improvviso si desterà dalla sua apatia e ridacchierà sotto i baffi, ascoltando la Puccy, che siccome che lei è toscana, e i toscani si sa come sono, hai presente Benigni, no… 

2 commenti:

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Ahahaha quanto vorrei intercettarvi a te e la Puccy... Stile "non ci resta che piangere" vi immagino lì a parlottare di chissà cosa... E sante parole le tue comunque... Tutti vorremmo sapere di tutto, ma non sapremo più un cazzo di niente (e mi scuso per l'azzo). Il titolo mi ha fatto venire in mente una canzone dei "gatti di vicolo miracoli" che si intotolava "Capito!"

Dada ha detto...

invece a me era venuta in mente questa quando ho scritto il titolo http://www.youtube.com/watch?v=MUbUFcnM5Z4

per quanto riguarda il resto, probabilmente invece continueremo a sapere, noi che abbiamo voglia di sapere e che abbiamo a disposizione internet. basterà sapere dove andare a cercarcele, le notizie.
per gli altri, invece, quelli che sono disinformati già da adesso, continueranno a essere manipolati peggio di prima.